martedì 14 febbraio 2012

Due università su tre sono su Facebook


Quanti atenei hanno una pagina Facebook, e che rapporto c’è tra gli iscritti e la loro presenza sul social network? Se l’è chiesto Università.it, da cui giunge un interessante report su questa particolare relazione tutta da sviluppare. Ne esce un quadro coerente col resto del Paese.
Così come la diffusione del Web e la frequentazione dei cittadini alle pagine social istituzionali progredisce ma soffre ancora di qualche ritardo, anche nel rapporto tra Università italiane e Facebook le stime sono molto simili: circa il 66% degli atenei ha una propria pagina sul più noto dei social network, quindi significa che uno su tre ancora non comunica con questo strumento.
Tra coloro che invece ci sono, al top è possibile trovare atenei del nord, con un primato particolare per Torino, che conta 19.066 fan. Seguono l’Università di Padova con 17.714 fan e l’Università di Milano che ne registra 14.225. Numeri non strepitosi, se si considera che corrispondono a malapena a coloro che la frequentano, mentre sarebbe interessante calcolare quanti l’hanno frequentata e vi si sono laureati (anche perché Facebook permette di seguire gli aggiornamenti dei feed considerando diversi filtri, compreso quello delle persone che hanno frequentato la stessa scuola). Il sud invece non compare quasi mai nella top 15, con le eccezioni della Federico II di Napoli, del Salento e di Foggia.
Atenei Facebook
La classifica degli atenei secondo il numero di like
Gli atenei maggiori, con maggior personale e strutture più importanti, sembrano dunque più social-oriented ma, come fa notare la ricerca, se si guarda al rapporto tra numero di iscritti e i like ricevuti sulla fanpage, risalgono anche alcune università più piccole come lo Iuav di Venezia, o la Kore di Enna. Anche se Milano, Torino, Parma, restano quelle con la più notevole massa critica.
Università.it ha tenuto conto anche di Twitter ed i dati ricavati sono altrettanto interessanti: il 64% dei 25 atenei maggiori per numero di iscritti registra una presenza sul sito di microblogging, anche se è raro abbiano più di qualche centinaio di follower.
Prima di un’analisi qualitativa (promessa dalla ricerca in futuro) è difficile dare giudizi, anche se il quadro complessivo non sembra particolarmente entusiasmante. Su didattica, orientamento e comunicazione con gli studenti, le università del Belpaese sembrano ancora lontane da un uso forte e significativo della nuova dimensione “social” del Web.

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